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al testo proposto da Fabricio Guerrini
Un paio di scarpette rosse
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C’è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro quasi nuove: sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica “Schulze Monaco”. C’è un paio di scarpette rosse in cima a un mucchio di scarpette infantili a Buchenwald. Più in là c’è un mucchio di riccioli biondi di ciocche nere e castane a Buchenwald. Servivano a far coperte per i soldati. Non si sprecava nulla e i bimbi li spogliavano e li radevano prima di spingerli nelle camere a gas. C’è un paio di scarpette rosse di scarpette rosse per la domenica a Buchenwald. Erano di un bimbo di tre anni, forse di tre anni e mezzo. Chi sa di che colore erano gli occhi bruciati nei forni, ma il suo pianto lo possiamo immaginare, si sa come piangono i bambini. Anche i suoi piedini li possiamo immaginare. Scarpa numero ventiquattro per l’eternità perché i piedini dei bambini morti non crescono. C’è un paio di scarpette rosse a Buchenwald, quasi nuove, perché i piedini dei bambini morti non consumano le suole… Joyce Lussu
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